domenica 14 luglio 2013

Ti vuoi mettere con me?


In principio era un bigliettino.
Un pezzo di carta qualunque, strappato con poca cura dal quadernone a quadretti. Accartocciato, spiegazzato, magari anche con qualche patacca d'olio di pizza rossa della merenda. Così malmesso eppure di delicata importanza, a dimostrazione che la sostanza aveva decisamente più valore della forma. Un messaggio estremamente chiaro, diretto, conciso, una domanda tanto secca al punto da poter scegliere una sola risposta fra due, senza alcuna possibilità di fraintendere.

Ti vuoi mettere con me?

Sì o no. Nessuna ulteriore implicazione verbale.
Con il nascere delle cosiddette pippe mentali post adolescenziali chiedere di uscire è diventato invece un ripido percorso a ostacoli. Ma la difficoltà maggiore non risiede tanto nel formulare la domanda, quanto nella comprensione della risposta. O meglio, nella criptica interpretazione di un'approssimativa risposta tale da suscitarci null'altro che un'espressione candidamente inebetita. Di quelle con le sopracciglia arcuate, gli occhi più tondi del solito e gli angoli delle labbra lievemente curvati verso il basso. Di quelle che l'unica cosa che ti viene in mente in quel momento è "machevordì?".
Qualora in futuro vi dovesse capitare una situazione analoga, ricordatevi sempre che qualsiasi risposta diversa da "sì" corrisponde nel 99,9% periodico dei casi a un rifiuto.

- "Ho una cena con i parenti."
Un uomo che preferisce passare una serata con zii, fratelli di quarto grado e cugini visti e conosciuti trent'anni prima solo nel giorno del loro battesimo, piuttosto che con il nostro recente acquisto da Intimissimi, non è sicuramente interessato.

- "Devo andare in palestra."
Ogni volta che mi sento dare una risposta del genere sono tentatissima a replicare con un "appunto...!" Per fortuna mi sono sempre guardata bene dal farlo. Un minimo di dignità, suvvia!

- "Ho già un impegno."
A volte una risposta vaga è molto più esaustiva di quanto crediamo. Vaghezza è sinonimo di diplomazia. Vaghezza è sinonimo di "mantieni le distanze".

- "Sì ok poi ci organizziamo."
Diffidate dalle apparenze. Nonostante la risposta inizi con un fuorviante "sì", la nostra preda sta solo cercando di prendere tempo. Un uomo interessato non temporeggia. Non vede l'ora di saltarci addosso.

- "Esco con una mia amica stasera."
Lasciate perdere, punto.

- "Devo partire."
Non gli chiedete mai dove va, con chi va, per quale occasione va. Se non ve lo dice lui di sua iniziativa è quasi sicuramente una cazzata.

- "Ho una visita medica." oppure "Non mi sento bene oggi."
Sappiamo benissimo che siamo delle infermiere fantastiche. Che il sesso e le coccole curano qualunque male, perfino una lussazione alla spalla. Ma ricordatevi anche che un uomo con un lieve mal di testa o con 37.2 di febbre è terribilmente insopportabile.

In ogni caso, non lasciatevi scoraggiare. Al massimo, cambiate bersaglio.
Personalmente faccio parte della sconsigliatissima scuola della perseveranza, dal momento che provengo da un indirizzo sperimentale in scienze dell'accollo, con specializzazione in masochismo.
Ma non seguite il mio esempio.
E soprattutto, non chiedete mai a un uomo di uscire. Lasciate che lo faccia lui.
Se non ve lo chiede è già di per sé chiaro che non è interessato.